Falsi prosciutti Dop: coinvolti e sanzionati i certificatori
La Procura di Torino ha avviato una procedura anche sui certificatori nell’ambito delle indagini sui falsi prosciutti Dop avviata nel 2017 e relativa alla scoperta di maiali non conformi al disciplinare del Parma e del San Daniele. Secondo l’accusa, centinaia di allevatori del Nord Italia avrebbero inseminato gli animali con semi di razza Duroc danese, e sarebbero accusati, tra l’altro, di frode in commercio.
Ora gli inquirenti hanno messo nel mirino l’Istituto Parma Qualità e Ifcq Certificazioni, che non avrebbero svolto tutte le verifiche necessarie. Per questo sono state sospese per un periodo di sei mesi a decorrere dal 1° maggio 2018 le autorizzazioni ad espletare le funzioni di controllo per le seguenti produzioni a Dop e Igp: Prosciutto di San Daniele Dop; Prosciutto Veneto Berico Euganeo Dop; Cinta Senese Dop; Stelvio Dop; Fiore Sardo Dop; Speck Alto Adige Igp; Agnello di Sardegna Igp; Kiwi Latina Igp; Pecorino Romano Dop; Pecorino sardo Dop; Valle d’Aosta Jambon de Bosses Dop; Valle d’Aosta Lard D’Arnard Dop; Prosciutto Toscano Dop; Prosciutto di Carpegna Dop; Salamini italiani alla cacciatora Dop; Salame Brianza Dop; Prosciutto di Sauris Igp; Mortadella Bologna Igp; Cotechino Modena Igp; Zampone Modena Igp; Salame Cremona Igp; Finocchiona Igp; Pitina (Pnt)”. Identica la sanzione per le Dop Prosciutto di Parma, Prosciutto di Modena, Culatello di Zibello e Salame di Varzi. I provvedimenti sono stati emessi il 12 aprile del Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf) del ministero delle Politiche Agricole. Dal 1° maggio i due enti avranno sei mesi per mettersi in regola e agiranno sotto il costante controllo dei tecnici dell’antifrode.