Granarolo contro Grana e Parmigiano Reggiano?
I Consorzi del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano contro Granarolo. Il gigante dei prodotti caseari, è l’accusa, starebbe conducendo “una politica di attacco vero alle Dop lattiero casearie e specificamente grana padano e parmigiano reggiano” come denuncia in una lettera al presidente Granarolo Giampiero Calzolari, Nicola Cesare Baldrighi, presidente del Consorzio di tutela del formaggio grana padano.
Secondo il Consorzio, infatti nel depliant di uno dei nuovi prodotti, in particolare il 400, si dice: “Da oltre 400 litri di latte italiano Granarolo e una grande sapienza nella lavorazione, nasce Granarolo 400”. I plus del prodotto sono presto detti: “100% latte italiano di filiera; totale tracciabilità e qualità, grazie ai mille allevatori; prodotto in “caldaie” secondo la migliore tradizione casearia; senza conservanti perché senza la lisozima dell’uovo, il conservante e allergene utilizzato nella produzione di grana padano; ottimo per l’alimentazione dei bambini; una garanzia per gli adulti grazie al gusto autentico unito all’eccellenza del latte Granarolo; adatto anche ai vegetariani perché fatto con caglio microbico, a differenza di padano e reggiano fatti con caglio animale”.
Ma c’è ben di più: Infatti sempre nel depliant di presentazione, compare una tabella comparativa nella quale vengono confrontati: 400, grana padano, parmigiano reggiano, Biraghi e Gran Moravia prodotto da Brazzale. Qui il formaggio della Granarolo risulterebbe vincente su tutta la linea. Per quanto riguarda gli ingredienti è l’unico realizzato con latte, sale, caglio microbico; non contiene la lisozima dell’uovo; è prodotto con caglio microbico; è adatto ai vegetariani; l’origine del latte è italiano della filiera Granarolo; è l’unico con un controllo della filiera italiana.
“… Mi sembra sinceramente poco lungimirante escogitare argomenti volti a gettare discredito sulle nostre Dop nell’intento di nobilitare un volgare formaggio duro come tanti altri, benché marchiato Granarolo”. Il presidente del Consorzio non manca poi di far osservare a Gianpiero Calzolari una incongruenza: “Vi è poi la tua posizione di coordinatore del settore lattiero caseario dell’Alleanza delle Cooperative, composta, come ben sai, da un gran numero di società produttrici di grana padano e parmigiano reggiano tanto che i due formaggi rappresentano circa il 43% di tutto il latte italiano. (…) Potrai bene immaginare con quali toni critici sia stata giudicata l’iniziativa in questione da parte di colui, tu, che rappresenta la cooperazione lattiero casearia dagli oltre 300 caseifici cooperativi di grana padano e parmigiano reggiano nonché da tutti gli altri”. La lettera prosegue con una serie di considerazioni sulla presentazione dei due nuovi formaggi Granarolo. In cui vengono contestate, una per una, le specifiche contenute nel depliant di Granarolo.
La conclusione della lettera è molto chiara e non lascia spazio a dubbi di sorta: “Avete deciso di percorrere la strada degli ‘imitatori’, è una scelta che a noi non piace ma è legittima e la rispettiamo. Ritengo invece scorretta e soprattutto inopportuna la modalità di informazione e divulgazione perché, come sopra evidenziato, sono in parte false e in buona parte strumentalmente fuorvianti”.
Segue l’invito a Granarolo, che per il momento preferisce non rispondere, “a rivedere radicalmente questo percorso divulgativo del vostro similare che altrimenti mi vedrebbe costretto a reazioni giuridiche, mediatiche e politiche che non gioverebbero ad alcuno. Quando colossi come Granarolo e i Consorzi grana padano e parmigiano reggiano decidessero di ‘entrare in guerra’ potrebbero mettere in campo energie, argomenti, rapporti e risorse tali da essere reciprocamente, oltre che costose, devastanti”.
Insomma, si preannuncia una guerra del formaggio?