Inflazione in discesa nell’Eurozona e in Italia

A gennaio l’inflazione annuale dell’eurozona è scesa all’8,5%, in calo rispetto al +9,2% di dicembre, secondo una stima flash di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea. L’inflazione rallenta più del previsto: le stime degli economisti prevedevano infatti un +8,9%. Bene anche in Italia.
Guardando alle principali componenti dell’inflazione, spiega Eurostat, l’energia dovrebbe avere il tasso annuo più alto a gennaio (17,2%, rispetto al 25,5% di dicembre), seguita da alimentari, alcolici e tabacco (14,1%, rispetto al 13,8% di dicembre), beni industriali non energetici (6,9%, rispetto al 6,4% di dicembre) e servizi (4,2%, rispetto al 4,2%). 13,8% a dicembre), i beni industriali non energetici (6,9%, rispetto al 6,4% di dicembre) e i servizi (4,2%, rispetto al 4,4% di dicembre).
Anche in Italia, stima l’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo registra un aumento dello 0,2% su base mensile e del 10,1% su base annua (da +11,6% del mese precedente), livello che non si registrava da settembre 1984.
Il rallentamento dell’inflazione è spiegato in primo luogo dall’inversione di tendenza dei Beni energetici regolamentati (-10,9% su base annua). Rimangono tuttavia diffuse le tensioni sui prezzi al consumo di diverse categorie di prodotti, quali gli alimentari lavorati, gli altri beni (durevoli e non durevoli) e i servizi dell’abitazione, che contribuiscono alla lieve accelerazione della componente di fondo. Si accentua inoltre a gennaio, la dinamica tendenziale dei prezzi dei carburanti.
Si attenua la dinamica tendenziale dei prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona che registrano un rallentamento su base tendenziale (da +12,6% a +12,2%), mentre al contrario si accentua quella dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +8,5% a +9%).