Telefonia: aumenti legati all’inflazione per Tim e Wind Tre

L’inflazione pesa anche sulla telefonia. E c’è una novità importante e certo poco gradita agli utenti: l’adeguamento del costo delle tariffe attraverso rincari automatici addebitati agli utenti. Sono due le aziende che hanno già deciso di farlo, Tim e Wind Tre.

Gli effetti non saranno però immediati. I rialzi scatteranno dal 2024, sempre che le proteste delle associazioni dei consumatori non riescano a imporre il dietrofront.

Tim ha annunciato che potrà procedere all’adeguamento delle proprie offerte, di rete fissa e mobile, “all’andamento dell’inflazione, incrementato di un coefficiente di maggiorazione predeterminato”. Il costo mensile per i clienti aumenterà “ogni anno in misura pari all’indice di inflazione (IPCA) rilevato dall’ISTAT, non tenendo conto di eventuali valori negativi, maggiorato di un coefficiente fisso pari a 3,5 punti percentuali”. Complessivamente, i rincari non potranno superare il 10%.
Il primo scatto partirà il 1° aprile 2024, prendendo come riferimento l’IPCA del 2023. E quindi: per chi paga un canone di 10 euro al mese, tenendo conto di un valore IPCA nel 2023 pari al 6,5%, l’anno prossimo il costo sarebbe di 11 euro (6,5% IPCA + coefficiente di maggiorazione del 3,5%).

 L’aumento delle tariffe di Wind Tre colpirà i nuovi contratti, per cui gli utenti prendono atto e “accettano”, da gennaio 2024, la possibilità di un rincaro del costo mensile pari alla variazione dell’indice nazionale dei prezzi al consumo Foi rilevato dall’ISTAT nell’ottobre dell’anno precedente. L’aumento sarà in ogni caso almeno del 5%, “ove tale variazione fosse inferiore a detta percentuale”

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