PATUELLI (ABI): LE NORME UE SUL DEFAULT ANDREBBERO RINVIATE
Prosegue il dibattito sulle nuove norme bancarie Ue in vigore dal primo gennaio e sul loro impatto su privati e imprese. E mentre la Banca d’Italia precisa che “la nuova definizione di default può avere riflessi sulle relazioni creditizie fra gli intermediari e la loro clientela, la cui gestione, come in tutte le situazioni di default, può comportare l’adozione di iniziative per assicurare la regolarizzazione del rapporto creditizio. La nuova definizione di default non introduce un divieto a consentire sconfinamenti: come già ora, le banche, nel rispetto delle proprie policy, possono consentire ai clienti utilizzi del conto che comportino uno sconfinamento oltre la disponibilità presente sul conto ovvero, in caso di affidamento, oltre il limite di fido” nel merito interviene anche il Presidente dell’ABI, l’associazione della banche italiane.
Secondo Antonio Patuelli “queste norme più rigide rischiano di far aumentare i crediti deteriorati proprio in una fase in cui sono state introdotte moratorie, cioè rinvii delle scadenze dei debiti, e prestiti agevolati o garantiti: ecco la contraddizione da correggere al più presto“.
Per questo secondo il presidente, per via dell’emergenza sanitaria sarebbero quindi dovute entrare in vigore non quest’anno: “La pandemia ha convinto le Autorità europee e nazionali a rinviare moltissime scadenze: purtroppo queste norme, invece, non sono ancora state sospese – incalza Patuelli – nonostante che l’Associazione bancaria italiana ed anche gli organismi rappresentativi delle imprese e dei consumatori abbiano segnalato questa contraddizione. Come Abi, già cinque anni fa segnalammo le ricadute negative di queste regole; oggi, in piena pandemia, è ancora più contraddittoria la loro entrata in vigore. Chiediamo un ripensamento anche in questo nuovo anno“.
Patuelli, infine, sottolinea che “gli italiani hanno normalmente abitudini più flessibili rispetto a quelle del nord Europa: le banche dovranno accentuare le attività preventive per segnalare possibilmente in anticipo ai clienti quando si avvicineranno al default, per evitare che ciò avvenga. Si tratterà, quindi, di operazioni che implicheranno procedure tecnologiche e umane più attente e tempestive e la diligenza di clienti e banche“.