L’Onu ci riprova con le etichette sui cibi insaturi

Esempio di etichettatura a semaforo

Torna all’Onu l’allarme su bollini e tasse per penalizzare i cosiddetti “cibi insalubri”. Un gruppo di Paesi all’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) ha rilanciato a Ginevra il dibattito sugli alimenti “a rischio per la salute”. Un progetto di risoluzione che “esorta gli Stati Membri a adottare politiche fiscali e regolatorie” che dissuadano dal consumo di cibi insalubri è stato presentato a Ginevra dai sette Paesi della Foreign Policy and Global Initiative. La bozza verrà discussa dall’Assemblea Generale a New York a partire dalla prossima settimana.
La posta per l’Italia è altissima. Prodotti tipici dell’agroalimentare nazionale come prosciutto, parmigiano e olio di oliva, già la scorsa estate era finiti sul banco degli imputati dell’Onu ed avevano corso il rischio di strumenti dissuasivi, come l’etichettatura a semaforo e le tasse sui prodotti contenenti troppo sale, zucchero o grassi. Il 27 settembre però, su pressione dell’Italia, era stata adottata una Dichiarazione politica che non prevedeva queste misure. Il nuovo progetto, presentato a Ginevra nel corso di una riunione informativa da Brasile, Francia, Indonesia, Norvegia, Senegal, Sudafrica e Thailandia, va in controtendenza rispetto a quel documento.
Alla riunione a Ginevra ha preso parte il Rappresentante Permanente italiano, l’Ambasciatore Gian Lorenzo Cornado. Già in precedenza aveva espresso, in una lettera inviata a tutti i capi missione, “profonda preoccupazione” per il linguaggio usato nel documento, e in particolare per il paragrafo operativo sulle politiche fiscali e regolatorie “come la tassazione e le etichette da apporre su cibi e bevande insalubri”. Nel suo intervento, Cornado ha ricordato che “il testo della Dichiarazione Politica di settembre, negoziato con spirito costruttivo da tutte le delegazioni, tra cui l’Italia, e successivamente incorporato nella risoluzione dell’Assemblea Generale del 10 ottobre, costituiva un risultato positivo e bilanciato”. Notando il consenso nella comunità scientifica sul fatto che non esistono cibi “sani o insalubri”, ma solo “diete sane o insalubri”, l’Ambasciatore ha sottolineato la natura divisiva del nuovo testo, che “non tiene conto delle decisioni prese dai Capi di Stato e di Governo soltanto un mese fa” e che è pertanto “inaccettabile per il governo italiano”.

“Le eccellenze agroalimentari del Made in Italy, come il Parmigiano Reggiano, il Prosciutto di Parma o l’Olio di oliva, sono ancora una volta sotto l’attacco di iniziative scellerate che prediligono sistemi di etichettatura ingannevoli e nocivi per il consumatore e per tutto il comparto alimentare italiano”. Così Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare, commenta l’iniziativa presentata dai sette paesi – Brasile, Francia, Indonesia, Norvegia, Senegal, Sudafrica e Thailandia – appartenenti alla Foreign Policy and Global Health che esortano “gli Stati Membri ad adottare politiche fiscali e regolatorie” in materia di etichettatura.

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