L’aumento dei prezzi alimentari comprime le vendite
Lo scenario del Largo Consumo Confezionato vira in negativo dopo gli ottimi risultati di crescita ottenuti nel 2017. Diversi sono i fattori che influenzano la flessione delle vendite a cominciare dai risultati poco brillanti segnati nei primi mesi di quest’anno.Secondo l’osservato IRI l’appiattimento degli acquisti nella prima parte del 2018 si è verificato in presenza del deciso rafforzamento dei prezzi alimentari che rappresentano oggi il principale fattore di freno alla corsa dei volumi.
A questo si sono aggiunti fattori esterni eccezionali (es. di calendario) e climatici. L’evoluzione climatica nel 2018 è ancora una volta un elemento cruciale per il rallentamento dei volumi soprattutto nei mercati stagionali dopo la spinta dell’anno passato. Nel corso del 2017 infatti la stagione favorevole (clima rigido in inverno ed estate anticipata e successivamente molto calda) aveva stimolato una sensibile crescita dei volumi di alcune categorie alimentari, prodotti per la cura della persona e bevande. L’ipotesi di lavoro utilizzata nell’elaborazione delle previsioni per il 2018 è quella di un anno nella “norma climatica”, fattore che comporterebbe un rimbalzo negativo sul dato del 2017 di alcuni decimi di punto.
Da ultimo, ma non meno importante, il periodo incerto post-elettorale ha inciso negativamente sui mercati finanziari, deteriorando le aspettative sui risparmi e influenzando in ultima analisi anche la domanda di beni di Largo Consumo.
Secondo l’IRI le previsioni per il 2018, basate sull’ipotesi di continuità della situazione attuale, sono di un andamento piatto, condizionate anche dalle ipotesi climatiche citate in precedenza.
In relazione ai fattori di filiera, per il Largo Consumo Confezionato si attende: un ripiegamento della pressione promozionale con un marginale recupero in termini di efficienza e una ricomposizione delle fonti di acquisto a favore dei discount, che sono in ripresa dopo la stagnazione del 2017.