Frena la crescita delle vendite di beni di largo consumo

Rallenta la crescita delle vendite dei beni di largo consumo. i primi 4 mesi del 2018 registrano infatti un trend del +1% del giro d’affari e del +0,4% dei volumi. Nel medesimo periodo dell’anno precedente l’incremento a valore era stato del 2,2% e a volume dello 0,9%. In questo scenario si inserisce un particolare trend di consumo dettato dalla “moda” del cibo etnico tra le mura domestiche o “fuori casa”, in relazione alle diverse abitudini degli italiani.
A rilevarlo è l’indagine realizzata s presentata in apertura della 34esima edizione de Linkontro, il tradizionale appuntamento per la business community del largo consumo organizzato da Nielsen, in corso a Santa Margherita di Pula, nei pressi di Cagliari.

Il rallentamento generale delle vendite si spiega anche con un calo deciso dei prodotti collegati ai primi piatti tradizionali (pasta, riso, condiment e legumi) in Area 4 (Sud e Isole) e ai trend contenuti in Area 1.
I prodotti più richiesti negli ultimi mesi sono i salutistici e i gourmet, ovvero i prodotti tipici di alta qualità. L’andamento è il seguente: ad aprile 2018 primi piatti tradizionali -1,1%; primi e secondi pronti +7,1%, aperitivo in casa +3,8%; gourmet +7%, benessere/salute +5,6%.
Il trend per aree merceologiche nei primi 4 mesi del 2018 è così delineato: grocery +1,0% (valore), +0,4% (volume); bevande +0,9%, -0,2%; cura casa -1,3%, -0,5%; cura persona +0,4%, +0,7%; food confezionato -0,7%, -1%; freddo +0,1%, -0,6%; fresco +4%, +2,6%; pets +0,9%, +0,2%. Aumentano a valore i seguenti ingredienti: mandorla +14,6%, mirtillo +6%, avena +4,8%, farro +16,1% zucchero di canna +10%, cocco +5%, stevia +19,2%, quinoa +43,1, farina di riso +8,4%, zenzero +91,6% e semi di lino +51,5%.

Commentando i risultati, l’amministratore delegato di Nielsen Italia, Giovanni Fantasia, ha dichiarato: «Stiamo assistendo a un’evoluzione nel mondo dei consumi nella grande distribuzione. Non possiamo eludere il dato che siamo davanti a un andamento più contenuto del processo di crescita, sia dei volumi sia dei valori, pur mantenendoci in territorio positivo. Sondando le ragioni alla base di tale trend, siamo dell’idea che l’Italia, come il resto delle grandi economie, è uscita da un periodo di crisi decennale. D’altra parte, il percorso che ci attende non è privo di ostacoli. Pensiamo per esempio alle ampie sacche di povertà ancora presenti sul territorio nazionale e all’accentuazione della polarizzazione degli status sociali».

I consumatori nelle loro scelte appaiono sempre più attenti al benessere, alle intolleranze e alla responsabilità sociale e questo implica una crescita importante di prodotti che certificano direttamente sulla confezione la loro peculiarità. I claim “Senza…”, “Ricco di…”, “Bio”, “Veg” e certificati sono cresciuti in maniera significativa nel 2017. Nel dettaglio, i prodotti “ricchi di…” (Rich in) sono cresciuti dell’8% nel 2017 (+5,4 % nel 2016), i “Senza…” (Free from) del 2,3% (idem nel 2016), i prodotti per Intolleranti del 4,4% (+1,1% nel 2016). I prodotti certificati (CSR) fanno registrare nel 2017 una crescita del 3,6% (+8,4% nel 2016), i Lifestyle del 10,7% (+10% nel 2016) con performance importanti per il Bio (+14,9%) e il Veg (+9,8%).
Nei millenials (fino a 34 anni) il claim più recepito è il “cruelty free”, davanti a “bio” e “dop”. Per quanto riguarda la generazione X (35-49 anni) vince il “bio” davanti al “cruelty free”, tra i baby boomers (50–64 anni) gli indici di penetrazione più elevati sono quelli di “bio” e “dop”, tra i greatest gen (over 65) è superiore quello “dop” mentre il “bio” e il “cruelty free” sono inferiori alla media.

Per quel che riguarda il retail nei primi 4 mesi dell’anno, i negozi a bassa intensità promozionale fanno registrare a valore un trend del +0,6% (2017: +2,7%), quelli ad alta intensità del -0,1% (2017: +1,8%). Dal punto di vista del prezzo, i leader (negozi con prezzi più bassi) fanno registrare un calo del 2,5% (2017: +0,4%), i campioni del FMCG (negozi più performanti) un calo deciso, dell’1,8% (2017: +1,4%), gli stagionali estivi dello 0,9% (2017:+2,7%), i metropolitani, infine, del 2,7% (2017: +0,3%).
Continua la crescita delle vendite della marca del distributore (MDD) e dei piccoli brand, mentre i più grandi continuano a perdere terreno, generando così una sempre maggiore frammentazione del largo consumo. Nei primi quattro mesi dell’anno emerge un trend negativo (-1,9%) delle vendite a valore dei “top 20” (escluse le MDD). 

Ai consumatori, dice ancora la ricerca Nielsen, si presenta uno scenario sempre più frammentato dove la competizione delle parti si intensifica e la componente digitale (e-grocery, food delivery) è fondamentale per competere sul mercato. Alla base di questi rallentamenti di inizio anno ci sono anche 3 rilevanti vettori che hanno condizionato il trimestre: la ripresa del “fuori casa” (il 64% ha mangiato fuori casa almeno una volta), la moda dell’e-food channel (8% ha acquistato cibo a domicilio almeno una volta al mese) e l’apertura verso nuove culture culinarie.

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