A Ecomondo arriva il cibo “circolare”
Le produzioni agroalimentari hanno un notevole impatto ambientale. Per questo già da tempo si stanno ponendo in atto politiche di tutela e di risparmio.
Se ne parlerà a Ecomondo, la rassegna internazionale di quella che ormai viene definita sempre più green e circular economy, che si apre oggi a Rimini.
In particolare giovedì 9 la cooperazione agricola presenterà le politiche virtuose poste in atto per produrre nel massimo rispetto e col minore impatto ambientale.
«L’obiettivo è discutere delle esperienze ambientali della cooperazione verso un modello più sostenibile nel settore della produzione di cibo, mettendo in luce quei progetti che hanno consentito di ridurre in modo considerevole l’impatto delle lavorazioni in termine di uso di acqua, energia e materiali, fino a veri e propri esperimenti di produzione circolare a impatto zero. Come auspicato dagli obiettivi dell’agenda 2030», ci dice il presidente di Legacoop Agroalimentare Nord Italia, Cristian Maretti.
Apofruit Italia e Almaverde Bio, Deco Industrie, Terremerse, Agribologna, Scam e Coop Mare, Alce Nero, Fruttagel, il mondo della conduzione terreni sono le realtà che presenteranno le iniziatyive poste in essere che vanno dal recupero delle acque con cui si irrigano gli ortaggi, alla riduzione dell’uso di imballaggi, all’utilizzo degli scarti della filiera per riscaldare le serre.
Ma importanti sono anche i disciplinari del biologico, i portali web dedicati agli agricoltori alla cogenerazione, fino alle indicazioni per l’utilizzo razionale dei concimi organico-minerali.
«Le cooperative di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena – spiega a Italian Food Today il direttore di Legacoop Romagna, Mario Mazzotti – stanno investendo da anni e sono ora all’avanguardia nel campo dell’efficienza energetica, della gestione integrata del ciclo delle acque, del recupero delle risorse e in generale dell’economia circolare. L’innovazione non passa solo attraverso la tecnologia, ma anche attraverso il modello di democrazia di impresa cooperativa, in cui i soci agricoltori sono protagonisti diretti delle scelte ambientali che sono poi chiamati a mettere in pratica nei campi».