Assolatte: bene nostro export
La domanda di formaggi italiani ristagna a livello nazionale mentre va bene all’estero. E’ questo il risultato a due facce dell’andamento del comparto caseario nel crso del 2016 così come presentato all’annuale assemblea Assolatte svoltasi oggi a Milano e che ha visto la conferma alla presidenza di Giuseppe Ambrosi. Nel 2016 le nostre esportazioni dei formaggi che hanno sfiorato le 390 mila tonnellate per un valore di oltre 2,4 miliardi di euro mentre i consumi interni mostrano una flessione per il latte alimentare 3,1% dei volumi, con la maggior riduzione che riguardato il latte fresco che ha perso il 6,4%.
Nel giro di 10 anni gli imprenditori del lattiero-caseario italiano, oltre 1.500 aziende, hanno cambiato i connotati del settore: il saldo commerciale dei formaggi, negativo fino al 2007, sfiora i 900 milioni di euro. ”I primi mesi del 2017 hanno portato dei segnali di miglioramento che fanno pensare che stiamo uscendo dalla crisi”, ha esordito il presidente Ambrosi, secondo il quale però occorre lavorare alle criticità tutte italiane, prima tra tutte la scarsa competitività data dalle inefficienze del sistema che si trasformano in costi per le imprese.
Quanto alla produzione nazionale, il 2016 si è chiuso con +3,2%,superando i 11,5 milioni di tonnellate. Con la fine delle quote latte, infatti, gli allevamenti hanno aumentato le produzioni; di conseguenza sono calate le importazioni di latte in cisterna ed è aumentato il tasso di auto-approvvigionamento delle imprese. La maggior disponibilità di materia prima si è trasferita in una crescita del 45 della produzione dei formaggi Dop, raggiungendo le 525 mila tonnellate. A guidare questo trend sono stati soprattutto Grana Padano (+1,2%), Parmigiano Reggiano (+5,1%), Gorgonzola (+1,8%), Pecorino Romano (+19%) e Mozzarella di Bufala Campana (+7%).