EDITORIALE – E Obama offuscò Tuttofood
Doveva essere la star indiscussa dell’edizione 2017 della manifestazione milanese e indubbiamente lo è stata. Ma la presenza di Barak Obama a Milano quanta visibilità ha dato a Tuttofood e quanta, piuttosto, ne ha tolta?
Giornali e televisioni, la stampa, insomma, hanno seguito l’ex presidente in tutti i suoi spostamenti per Milano riportando accurati resoconti dei suoi interventi su clima, cibo ecc. Ha fatto clamore che migliaia di nostri concittadini abbiano pagato 850 euro a testa per presenziare a una sua conferenza, ma, in fin dei conti, sono affari loro.
Solo che poi tutto questo ha cancellato la manifestazione dell’agroalimetare italiano di cui si è parlato pochissimo o niente affatto almeno nel giorno di apertura e in quello successivo. Insomma, finora non c’è stato alcun effetto mediatico sulla manifestazione. Anzi!
Alcuni operatori se ne sono lamentati, come hanno pure criticato la scelta di aprire di lunedì ritenendo, per contro, che sarebbe stato meglio iniziare di domenica per dare la possibilità ai responsabili dei punti vendita e ai grossisti di partecipare all’evento. Del resto lunedì Tuttofood è partito in sordina con un numero di visitatori ben inferiore all’attesa. Ma martedì e mercoledì le cose sono andate diversamente.
Tra gli espositori notate alcune assenze significative. Prima tra tutte quella del Gruppo Ferrarini che meraviglia tenendo conto del fatto che proprio Lisa Ferrarini, due anni fa, comei presidente di Assica, stipulò un accordo con Fiera Milano per portare alla manifestazione le aziende aderenti all’associazione. Assente anche Rovagnati che partecipò alla prima edizione, come pure mancano all’appello tutte le aziende lattiero casearie facenti capo a Assolatte (con le sole eccezioni di Galbani e Brazzale).
In attesa dei dati finali si registra comunque un aumento del 23% degli operatori internazionali. Un risultato certamente non da poco.
(b. c.)