A Cibus Connect la vetrina dei prodotti innovativi
Vivacizzare i consumi interni e accompagnare la crescita delle esportazioni. Sono questi i due temi al centro del dibattito in atto a Cibus Connect la manifestazione aperta oggi a Parma e che fino a domani presenterà le eccellenze agroalimentari italiane ai più qualificati buyers internazionali.
Importante la presentazione di prodotti innovativi.
Per fare qualche esempio, le novità vanno dalle fettine di carpaccio vegetali da inserire nei panini in sostituzione dei salumi (San Paolo) al ragù di quinoa, pianta sudamericana proteica e senza glutine (Biffi Formec); dal formaggino Bio con ingredienti certificati (Inalpi) alle uova sodate già cotte in vaschetta per veloci spuntini (Le Naturelle-Eurovo).
E ancora: dai tranci di pizza e focacce pretagliate ad hoc per i tostapane per snack rapidi (Pizza+1) ai burger gourmet con carni di qualità, come Chianina, Angus e altro, ora disponibili anche nei supermercati (Centro Carni Company); dalle nuove referenze di pasta integrale Bio ai pratici formati minipack da 250 grammi (Delverde); dalle nuove capsule di caffè di alta qualità (etichette Rossa, Oro e Crema e Gusto di Lavazza) alle vaschette di maionese di riso e di soia che sostituiscono il tradizionale tubetto (Tuttovo); dalle monoporzioni di confettura bio, dolcificata con zucchero di canna (Menz&Gasser) al latte microfiltrato ed arricchito con proteine per il cappuccino (Sterilgarda) o alle sardine grigliate all’olio d’oliva (Delicius).
Novità anche da Barilla che presenta la Pasta Bio, che verrà lanciata in Italia a partire da aprile, dopo le positive performances negli Stati Uniti e in diversi paesi europei dove è presente dallo scorso anno. Sempre il gruppo parmense ha presentato la Pasta Blue Box classica, la Pasta ai 5 cereali e quella integrale, oltre ad alcune referenze pensate specificamente per il mercato estero come ‘bakery goes global’ e altri prodotti a marchio Wasa, Mulino Bianco e Pavesi.
Nella prima giornata di Cibus Connect anche uno studio di Agrifood Monitor sulle performaces dei nostri prodotti d’eccellenza. Protagonisti indiscussi sono i formaggi, che grazie ai 2,4 miliardi di euro di vendite estere nel 2016, incidono per l’82% sul valore totale dell’export lattiero-caseario, mostrando tassi di crescita ancor più positivi, sia nel lungo periodo (+96% nel 2006-2016), che nell’ultimo anno. La vicinanza geografica e la possibilità di libero scambio fa sì che la principale destinazione estera dei formaggi italiani sia l’Unione Europea (72% del valore dell’export italiano). Ma accanto a mercati più tradizionali, sia europei che extra-europei, se ne stanno affiancando di nuovi che, sebbene ancora di piccole dimensioni, mostrano tassi di crescita molto positivi; tra questi Romania e Polonia, Norvegia, Svezia, Cina e Corea. E infatti i più rappresentativi sono quelli asiatici. Il nostro paese è il primo fornitore di formaggi di Francia e Stati Uniti (con quote rispettivamente pari al 30% ed al 24% del mercato), il terzo di Germania e Regno Unito ed il quarto di Giappone e Spagna, mentre a seguito dell’embargo alle importazioni dall’Unione Europea dell’agosto del 2014, ha perso le proprie posizioni in Russia, il cui principale fornitore è oggi la Bielorussia.