Carni avicole: aumentano i consumi, ma calano i fatturati

Aldo Muraro, Presidente di Unaitalia

“Il 2016 è stato un anno positivo per consumi ma non per redditività. Infatti, le quotazioni mediedel pollo hanno registrato un sensibile ribasso rispetto al 2015,  -9% circa, cui si è aggiunta una forte flessione anche nelle quotazioni del tacchino. La pressione dell’offerta, in Italia, ma soprattutto in Europa, sta comprimendo e quasi soffocando una domanda in aumento ma non in grado di assorbire tutta l’offerta. Si prevede un 2017 con una produttività in leggero aumento ma controverso sotto l’aspetto economico” A parlare è Aldo Muraro, Presidente di Unaitalia, l’Assocaizione dei produttori di carni avicole e uova, commentando i risultati di settore dello scorso anno.
Muraro non nasconde, però, anche gli aspetti positivi: “Il primo è l’autosufficienza, dato che il 99% delle carni bianche mangiate in Italia proviene dai nostri allevamenti; una filiera totalmente integrata che esprime un sistema produttivo in grado di garantire prodotti genuini, sani, sicuri e molto convenienti.”
Nel 2016 la produzione di carni avicole in Italia è stata pari a 1.389.000 tonnellate, un importante aumento rispetto al 2015 (+5,1%). L’aumento ha riguardato sia la carne di pollo (981.000 tonn. +5,6% circa) che quella di tacchino, che con 331.000 tonn, fa segnare un +5,8% mostrando segnali di netta ripresa dopo alcuni anni in cui il trend di produzione aveva mostrato un andamento incerto.
I numeri relativi ai consumi riflettono quelli della produzione e indicano nel complesso un aumento (+2,6%). Entrando nel dettaglio delle varie tipologie di carni avicole, il consumo di carne di pollo ha registrato un notevole incremento pari al 3,0%, così come i consumi di carne di tacchino (+3,2%), leggero calo per i consumi delle altre carni avicole.
Gli italiani, consumano 15,33 Kg di carne di pollo e 4,44 Kg di carne di tacchino. Nel complesso il consumo pro-capite di carne di pollame 2016 è risultato pari a 21,01 kg (+2,7%) considerando anche il consumo di carne di gallina e altre specie avicole.
Anche il settore delle uova ha registrato un aumento della produzione. Infatti le uova da consumo prodotte nel 2016 sono state 12 miliardi e 900 milioni (+0,5%). Per soddisfare la richiesta interna è stato comunque necessario ricorrere alle importazioni, che però sono diminuite di circa il 24,5% rispetto al 2015 (dati Istat). Considerando il saldo tra import ed export, sul territorio italiano sono rimasti 158 milioni di uova importate, vale a dire il 74,5% in meno rispetto al 2015.
“Nel 2016 – spiega Muraro – si è tornati nuovamente ai volumi di uova prodotti prima del 2012 (anno di applicazione delle nuove norme sul benessere) con un ulteriore avvicinamento all’autosufficienza (tabella 2). Per il 2017 si prevede un ulteriore aumento delle produzioni e probabilmente anche dei consumi, ma l’incognita è la redditività. I primi mesi del 2017 sono però incoraggianti sul fronte dei prezzi. Per quanto riguarda il fatturato del settore avicolo 2016,  si stima intorno a 5.450 milioni di euro – conclude Muraro –  si rileva una leggera diminuzione rispetto ai 5.600 milioni del 2015, dovuta, come sopra accennato, alla diminuzione dei prezzi alla produzione indotta dall’andamento produttivo e dal prezzo delle materie prime cerealicole”.
Positive le pevisioni per l’anno in corso.Per il 2017 si ipotizza un leggero aumento delle produzioni totali di carni avicole, in particolare di carne di pollo, mentre si prevede una sostanziale stazionarietà per la produzione di carne di tacchino e per le altre specie avicole. Per quanto riguarda le uova si ipotizza un incremento della produzione.